Ciascuno trova il suo bene aderendo al progetto che Dio ha su di lui, per realizzarlo in pienezza: in tale progetto infatti egli trova la sua verità ed è aderendo a tale verità che egli diventa libero.
Con queste parole nella prima pagina dell’enciclica ricomincio a lavorare, così come sono, con un po’ di voglia di tornare ad un lavoro che mi piace, in un luogo che in fondo mi appartiene per molte ragioni; certo con un po’ di nostalgia per Spartacus e la Pasio a casa e qualche perplessità per questa famiglia al contrario, per questo regno la cui Regina è sempre in viaggio.
La conciliazione è un problema sociale, è vero, ci vogliono orari flessibili, asili nido, servizi, nonni giovani e disponibili, ma la conciliazione vera è quella personale e c’entra con la verità di sé, con la volontà di essere un’unica persona, con il desiderio che nessuna cosa nella nostra giornata sia fatta per aspettarne un’altra, ma ogni gesto valga in sé e per sé.
Ma cosa c’entra questo con la Pasionaria e Spartacus? Cosa c’entra con il loro bene? Mia mamma ha lavorato sempre e io ho imparato molto da lei al lavoro. Penso sia successo lo stesso a chi ha visto la propria madre dedicarsi alla famiglia quotidianamente.
Sono sempre più convinta che i figli imparino — a volte nostro malgrado — da quello che siamo, quindi li cresciamo vivendo questa vita che, per quanto strana e originale, è la strada che oggi dobbiamo percorrere, spesso anche con quel po’ di fatica che ce la fa amare di più.
non so dire, mia madre quando sono nata lavorava e sono stata tantissimo con mia nonna fino a tre anni.
dopo, ha smesso, e sono stata tantissimo con lei. tantissimo.
ci sono stata anche bene, per questo, ora, mi sento in difetto nei confronti dei kids.
sparisco per dieci ore al giorno e quando torno sono sempre stanca.
non ho nonni nel motore, non c’è un padre a disposizione neanche alla sera e nei weekend (e spesso nemmeno per le vacanze).
a parte la scuola, ci sono gli scout e la canoa per pietro (ci sarebbe anche la parrocchia, molto disponibile, ma lui in questo momento non ne vuol sapere e io non voglio forzarlo), il volley e una famiglia accogliente a dogville per la cami.
e poi ci sono io che, anche quando non li vedo, li penso in continuazione (ho paura che siano troppo soli).
basterà il pensiero?
basterà accarezzarli con sguardo affettuoso (ché le coccole vere, non le vogliono più)?
basterà la disponibilità ad ascoltarli, le rare volte che mi vogliono parlare?
basterà l’offerta (quasi sempre rifiutata) di aiutarli nei compiti o di portarli a una mostra o al cinema alla domenica?
basteranno i pasti cucinati con amore e i bucati e i vestiti stirati (male)?
basteranno le telefonate quotidiane (sempre troppo brevi, perché la cami “non ci ha sbatti” di chiacchierare) e un fine settimana ogni quaranta giorni, tutti insieme?
boh.
e poi, alla fine, io non sono poi così tanto convinta di essere fatta bene: basterà il mio *essere*, a fargli imparare bene?
boh.
mah.
boh.
mah.
Quoto tutti i tuoi “boh” e i tuoi “mah”, come dicevamo qualche giorno fa a casa tua, a fare i genitori non si impara sui libri, ma via via, facendo e il più delle volte sbagliando. Io non sono sicura di niente cerco di osservarli e di capire come fare correggendo il tiro e qualche volta anche cambiando idea.
Quanto all'”essere”, non è mica così facile, per essere intendo vivere ogni giorno, rispettando quello che siamo,magari anche sbagliando, ma nella piena dignità di essere uomini con le nostre esigenze di buono di bello e di vero.
Certo il rapporto ci vuole, bisogna amarli consolarli sgridarli incoraggiarli e tutto quanto, ma sono sempre più convinta che non possiamo direzionare i nostri figli dicendo loro un sacco di cose giuste, ma che quello che imparano veramente lo imparano confrontandosi con noi, imitandoci o al contrario reagendo ai nostri errori.
Capisco che tutto diventa più difficile se devi fare da padre e madre, quanto ai nonni sono un aiuto pratico notevole, un valore affettivo, ma nell’educazione non ci possono sostituire.
evabbé, ma ora vogliamo un buon modo per continuare! ;-)
ciao
alessandro